venerdì, novembre 16, 2007
Android
ancora una volta BigG spiazza tutti. Invece dell'atteso GPhone, come ormai tutti sanno, i ragazzi MountainView hanno sfornato un sistema operativo open source basato su linux con tanto di sdk per sviluppare applicazioni. L'obiettivo è chiaramente distribuire pubblicità (con advertise di prossimità sempre più precisi).
Ovviamente anche per un gigante come Google non è facile inserirsi in uno mercato che ha come attori principali Symbian e Microsoft. Entrambi sono presenti da molti anni in questo settore e possono contare su un bacino di sviluppatori ormai consolidato e su un'offerta completa di programmi per gli utenti finali.Il successo di Android sarà fortemente dipendente da:
- i costi che i produttori dovranno sostenere per utilizzarlo sui loro terminali
- la diffusione di programmi che saranno in grado di girarci
Essendo un sistema open source che include nativamente tutte le applicazioni di base per uno smartphone, i costi per i produttori dovrebbero essere fortemente ridotti. Tutto ciò dovrebbe ripercuotersi anche sul costo finale dei telefonini. Inoltre c'è ancora nell'aria l'ipotesi di una riduzione ulteriore del prezzo in cambio di pubblicità.
Per raggiungere il secondo obiettivo Google ha indetto un concorso per premiare le migliori applicazioni mettendo in palio 10milioni10 di dollari! Come se non bastasse per invogliare ancor di più tutti i partecipanti al concorso, è garantito che gli sviluppatori rimarranno proprietari del proprio software.
Tutto questo considerando anche che l'SDK di Android utilizza il linguaggio java, diminuendo drasticamente i tempi di apprendimento della nuova piattaforma per un gran numero di sviluppatori.
Riguardo a questo è importante notare un'altra caratteristica fondamentale, Android sfrutta il linguaggio Java, ma non la JVM di Sun. Questo perchè la versione ME della macchina virtuale della Sun è pubblicata con licenza GPL2 senza le eccezioni riservate alla versione per desktop e server. In questo modo la Sun può mantenere il controllo di tutto quanto prodotto per il mercato mobile.
Google si è buttata alla spalle questo problema creando Dalvik, una sua virtual machine con un suo compilatore che trasforma il codice Java non in bytecode/.class ma in Dalvik executable/.dex. Il tutto rilasciato sotto licenza Apache 2.0. Così il gigante dei motori ricerca può attingere all'enorme bacino di sviluppatori java, senza rimanere invischiato nella GPL2.
Ora non ci resta che aspettare per vedere i frutti che nasceranno dall'abbondante semina fatta da Google.